Utilizzo dei bivacchi naturali in emergenza

In Sardegna sono state censite ben 3757 grotte per uno sviluppo complessivo di 449 Km.
I terreni carsici occupano circa 2088 kmq, corrispondenti all’8,7% del territorio dell’isola in cui si trova il sistema di grotte più esteso d’Italia, creato dalla giunzione nel giugno 2016 dei due complessi della Codula Illune e di Su Molente-Bue Marino che superando i 70 km di estensione.
Un uso occasionale o meno degli ambienti sotterranei da parte dell’uomo è confermato in tutti i periodi storici sin dal Paleolitico sino ad arrivare ai tempi moderni quindi non è errato considerare la grotta come un “bivacco” naturale pronto all’uso offerto dalla natura insieme a anfratti, insenature, sporgenze di roccia.
Trovare un buon riparo naturale in situazioni di emergenza può essere considerata una fortuna perché occorrerà poco tempo per adattarlo alle proprie necessità limitandosi ad isolare il corpo dal terreno e all’accensione di un fuoco, riducendo al minimo il dispendio energetico.
Ripari sotto roccia sono utili anche in presenza di condizioni meteo avverse ma durante un temporale con frequenti fulminazioni questo tipo di riparo dovrebbe essere evitato.
In tal caso stare almeno ad un metro di distanza dalle pareti e dal soffitto per evitare le scariche elettromagnetiche di superficie, isolarsi da terra frapponendo più materiale possibile tra il corpo e il terreno (uno zaino ad esempio).

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